“Uomo di straordinario ingegno e versatilità, l’ingegner Lanza inizia il suo percorso partendo da studi sulla chimica industriale, per dedicarsi poi alla ricerca nel campo della deumidificazione a metà degli anni settanta.
Lo spunto di indagine venne a motivo del decreto Legge n.373 del 30 aprile del 1976 sul risparmio energetico, secondo cui, a causa della scarsità di petrolio in rapporto alla richiesta, tutti gli edifici di nuova costruzione dovevano essere progettati e costruiti con criterio di risparmio sull’energia.
Ciò colse di sorpresa sia i costruttori che dovettero sospendere i lavori già in corso, sia grandi industrie come la Montedison , la Vic italiana e la Saint Gobain, le quali si affannavano a proporre rispettivamente pannelli in polistirolo per cappotti esterni, Vermiculite e pannelli di stifferite.
Tutti i prodotti ad alto potere isolante allora in commercio risultarono però difettosi, provocando condensa tra il muro e lo strato isolante, con conseguente penalizzazione della termicità, aumento di umidità e formazione di muffa.
Consapevole del fatto che il miglior coibente esistente in natura è l’aria, l’ingegner Lanza concentra il suo studio su singoli componenti aventi carattere altamente termico con l’intento non di formarne pannelli, ma piuttosto di dare origine ad uno “scheletro termico rivestito da una massa legante alveolare a cellule aperte intercomunicanti tra loro”, tale da poter incapsulare quanta più aria possibile in modo da potenziarne l’efficacia coibente e assorbente. Il problema risiedeva però nel legante, comune cemento idraulico , che avrebbe penalizzato il coefficiente termico del composto compromettendone anche la permeabilità al vapore, prerogativa indispensabile, secondo l’Ingegnere, per l’equilibrio termoigrometrico della muratura e per la salubrità degli ambienti. “Ho risolto il problema additivando la miscela con un tensioattivo che, in fase impasto espande il legante trasformandolo da corpo compatto in massa alveolare, a cellule aperte comunicanti , e convertendolo da elemento altamente conduttore (coefficiente termico lambda 1,40) ad elemento termico (coefficiente termico lambda 0,09)” , affermerà.
Dopo un anno di prove e ricerche, all’inizio del 1979, nasce quindi il Novomur primo intonaco termico deumidificante dalle prestazioni straordinarie, unico nel suo genere per bassa conducibilità termica (lambda 0,045 Kcal -0,052 Wmk-), straordinaria permeabilità al vapore (µ = 5,3) , elevatissima velocità di trasmissione vapore ( 370 grammi al giorno /spessore 2,5 cm).
Tali caratteristiche, in un periodo in cui l’isolamento tradizionale era quello a cassetta con intercapedini riempite da isolanti impermeabili, e in cui non esistevano deumidificanti, contraddistinsero il Novomur da ogni altro reperibile in commercio.
Novomur, applicato sulla muratura non ostacola il passaggio del vapore acqueo, ma ne agevola la fuoriuscita a flusso continuo; l’eccezionale velocità di trasmissione vapore fa sì che il suo spessore non si ostruisca mai coi sali presenti nell’umidità , poiché la fuoriuscita di questa avviene più velocemente della sua risalita, determinando la stabilizzazione dei sali al livello del terreno.
Novomur è il primo isolante termico che evita la formazione di condensa ed i problemi ad essa connessi, garantendo alla muratura la sua naturale traspirabilità. La sua funzione è ancor più notevole come deumidificante: si impiega per umidità da risalita, per ambienti saturi di vapore acqueo, per murature contro terra e locali interrati. Da oltre quarant’anni il Novomur aspira, incamera ed espelle l’umidità che lo circonda : il processo fisico da esso generato consente un risanamento reale e definitivo .
In anni più recenti, e in seguito alle normative sulla riqualificazione energetica degli edifici, l’ingegner Lanza si è posto il problema dell’eliminazione dei ponti termici costituiti dalla comune malta di allettamento per la muratura di blocchi isolanti. Concentrato sullo studio di una malta termica idonea , ha concepito e sviluppato l’idea di un rasante termico a basso spessore che potesse sostituire a tutti gli effetti il cappotto termico tradizionale con i difetti ad esso correlati: impermeabilizzazione della muratura con conseguente formazione di condensa tra muratura e strato isolante e penalizzazione del coefficiente termico, ingombro di spazio abitativo, degrado nel tempo delle lastre di polimeri con decadimento delle prestazioni, inquinamento ambientale dovuto al loro smaltimento.
Quindi, i suoi tenaci studi hanno portato nel 2008 alla realizzazione e al perfezionamento di AFONTERMO IL NANOCAPPOTTO, primo cappotto termico che in virtù delle proprietà termoriflettenti, applicato in uno spessore di soli 4-12 millimetri, isola termicamente l’edificio dall’esterno o dall’interno. Dai lavori svolti è stato appurato che AFONTERMO utilizzato sulle pareti perimetrali interne e sui soffitti, o, in alternativa in facciata, consente un risparmio energetico dell’80%; il prodotto è particolarmente versatile perché aderisce perfettamente al supporto ed è applicabile anche su pendenze e zone scabrose, arrivando nei punti dove si forma condensa e dove non si può intervenire coi pannelli in polistirene. Rispetto a questi, AFONTERMO è altamente traspirante ed ha il vantaggio di mantenere l’equilibrio termoigrometrico della muratura. Inoltre non è soggetto al degrado e alla deformazione dei pannelli in polistirene e il suo eventuale smaltimento non è inquinante.
Sempre allegramente versato nelle sue ricerche, l’Ingegnere Lanza ha tratto ancora molto dal suo inesauribile ingegno; infatti, particolarmente creativi sono stati per lui gli anni dal 2006 al 2015, in cui ha brevettato altre sei invenzioni industriali : il Dispositivo di Autoaccensione senza erogazione di fiamma per caminetti e barbecues, Il Camino ad Autoaccensione senza erogazione di fiamma con griglia autoregolabile, il Metodo e Sistema per la realizzazione di costruzioni edili con Pannello di Calore, la Struttura edilizia antisismica , il Manufatto di arredo urbano per il miglioramento della qualità dell’aria, ed il Muro Radiante.
Tutto questo, con la passione per il lavoro, la sua gioia di vivere unita ad un pizzico di follia, la curiosità per il mondo fisico, la grande forza d’animo, l’allegria e l’immensa generosità verso tutti, sono per noi oggi la sua eredità.”
A mio padre
Simonetta